Ascoli Piceno, 18 Giugno 1944: Il Giorno della Liberazione

Storie

Il 18 giugno 1944 segna una data fondamentale per la città di Ascoli Piceno: è il giorno in cui, dopo mesi di resistenza, sacrifici e speranze, la città venne finalmente liberata dalle truppe nazifasciste. Un momento carico di emozione e significato, che ancora oggi viene ricordato come simbolo di rinascita e libertà.

La liberazione avvenne grazie all’avanzata degli alleati, ma anche e soprattutto al coraggio della popolazione ascolana e dei partigiani, che si opposero con forza e determinazione all’occupazione. La città era stata colpita da rastrellamenti, deportazioni e atti di violenza, ma nonostante tutto, non aveva mai smesso di lottare.

Il video racconta, con immagini d’epoca e un forte impatto emotivo, le ore decisive che portarono alla ritirata dei tedeschi e all’ingresso delle truppe liberatrici in città. È un viaggio nella memoria collettiva, che restituisce voce e dignità a chi ha vissuto quei giorni con speranza e coraggio.

La mattina del 18 giugno fu accolta da campane in festa, bandiere italiane che ricomparivano sui balconi, e lacrime di gioia. La gente scese in piazza per abbracciarsi, per ritrovare un senso di normalità, per celebrare la fine di un incubo. Da quel giorno, ogni anno, Ascoli Piceno ricorda con orgoglio quel momento cruciale della sua storia, simbolo di resistenza e identità democratica.

Sapevi che?

Ascoli fu tra le prime città marchigiane a essere liberate

La liberazione di Ascoli Piceno avvenne prima di molte altre città delle Marche, anticipando l’ingresso degli alleati a nord. Questo rafforza il valore strategico e simbolico della città nel contesto della guerra.

I partigiani ascolani furono tra i più attivi del centro Italia

Il territorio del Piceno era già da mesi teatro di attività partigiana intensa, con numerose brigate e azioni di sabotaggio che rallentarono l’occupazione nazifascista e prepararono il terreno per la liberazione.

Il ruolo decisivo dei giovani e delle donne

Molte donne ascolane e giovani contribuirono alla lotta per la libertà come staffette, infermiere e sostenitrici della Resistenza.

Furono affissi manifesti improvvisati per annunciare la libertà

Dopo la ritirata tedesca, furono affissi manifesti e volantini scritti a mano che annunciavano la liberazione della città, mentre le campane delle chiese suonavano a festa e le bandiere italiane ricomparivano sui balconi.

Il monumento ai caduti della Resistenza

In città è presente un monumento dedicato ai caduti della Resistenza, spesso punto centrale delle celebrazioni del 18 giugno, dove vengono deposte corone e letti i nomi dei martiri.